Affettività e gestione delle emozione nei bambini: identificare e nominare ciò che si prova

Molti ricercatori si sono confrontati con la sfida di identificare le informazioni fisiologiche, come le emozioni dei bambini, per comprendere il loro sviluppo emotivo. Secondo Izard, psicologo statunitense, le emozioni sono innate e universali, presenti fin dalla nascita. Egli individua alcune emozioni di base come paura, rabbia, gioia, tristezza e disgusto

Izard distingue tre fasi di sviluppo emotivo che permettono di classificare le emozioni in base all’età del bambino. La prima fase, che va da 0 a 2 mesi, è definita “esperienza sensorio-affettiva“, ed è caratterizzata da emozioni come il disgusto, la frustrazione e l’interesse. La seconda, che va dai 3 ai 9 mesi, è l’ “esperienza percettivo-affettiva“, durante la quale il bambino inizia a esplorare l’ambiente e cominciano a manifestarsi emozioni come la rabbia, la tristezza e la paura. Infine, la terza fase, che si estende dai 9 mesi ai 2 anni circa, è l’ “esperienza cognitivo-affettiva“, periodo in cui emergono emozioni più complesse come la colpa, la vergogna e la timidezza, legate alla crescente consapevolezza di sé.

Le emozioni nei bambini giocano un ruolo cruciale poiché sono il mezzo con cui esprimono i propri bisogni prima ancora di poter parlare. La famiglia e l’ambiente circostante sono essenziali per permettere l’espressione di queste emozioni. I primi studi sulla socializzazione emotiva, condotti negli anni Ottanta da Lewis e Saarni, sottolineano l’importanza dell’interazione tra genitori e figli per promuovere la competenza emotiva. Questo scambio può avvenire in modo diretto, quando i genitori insegnano consapevolmente come esprimere le emozioni, o in modo indiretto, attraverso l’imitazione. I bambini osservano e apprendono le espressioni emotive dai caregiver, adattando il proprio comportamento in base a ciò che osservano.

Denham ha identificato tre principali modalità di socializzazione emotiva:

  1. il modeling, che si basa sull’osservazione dei genitori come modelli di comportamento emotivo;
  2. il coaching, che consiste nell’insegnare ai bambini il significato delle emozioni e come riconoscerle nelle proprie esperienze; 
  3. la contingency, che riguarda l’apprendimento attraverso le reazioni dell’adulto alle espressioni emotive del bambino, come ad esempio la consolazione o il calmare quando il bambino prova paura.

Oltre al nucleo familiare, anche gli insegnanti della scuola dell’infanzia hanno un ruolo fondamentale come facilitatori dello sviluppo emotivo, poiché il supporto emotivo in ambito scolastico influisce positivamente sulle abilità emotive dei bambini. Una Didattica delle emozioni, che insegni ai bambini a identificare, esprimere e gestire le proprie emozioni, è cruciale per promuovere la consapevolezza emotiva e creare ponti tra bambini, famiglie e scuole.

Questa didattica mira anche a far comprendere ai bambini che le emozioni difficili non sono ostacoli, ma parte del percorso umano che consente di sviluppare empatia e comprensione per gli altri. 

Un esempio di strumento utile è il libro “I colori delle emozioni” di Anna Llenas, che racconta la storia di un mostro che impara a riconoscere ogni emozione attraverso un colore, facilitando così l’identificazione e la comprensione di ciò che si prova.

In conclusione, l’educazione emotiva deve essere vista come un processo che coinvolge l’individuo, la relazione e la società, e che favorisce la connessione con gli altri. Le competenze emotive, come la consapevolezza di sé e la capacità di distinguere tra i propri sentimenti e quelli degli altri, sono fondamentali per vivere pienamente le emozioni. Affinché i bambini possano riconoscere e nominare le proprie emozioni, è fondamentale che la famiglia e la scuola favoriscano uno spazio in cui le emozioni possano essere esplorate, comprese e vissute consapevolmente, contribuendo così alla crescita di una vita affettiva sana e serena.

A cura di: Chiara Bortoli, tirocinante presso ABC Bambini Chirurgici del Burlo e aspirante psicologa

Revisione di: dott.ssa Angela Camelio, psicologa psicoterapeuta responsabile del progetto sostegno emotivo in reparto e sensibilizzazione nelle scuole.

Bibliografia:
– CARAVITA, S., MILANI, L., TRAFICANTE, D.(a cura di), Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, il Mulino, 2018
– VISCONTI E., Agire bene la scuola: l’educazione emotiva come competenza trasversale, in “Pedagogia più Didattica”, 1, 2019